Lectura Dantis
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Io credo che anche un tepido amico di Dante sarebbe d'opinione che il nostro poeta merita qualcosa di meglio del culto mondano burocratico e superficiale di cui lo disonorano certi suoi sacerdoti. Si veda ad esempio quella Lectura Dantis, sfogo periodico di vanità celebri e oscure — pretesto di sottigliezze che puzzan di lucerna e di esclamazioni che sanno di rancido — istituzione che par fatta apposta per turbare un'austera sala trecentesca con un centinaio di signore e signorine, amorose forse di altre più presenti cose che non sia il verbo dantesco, con dei signori che si sottomettono alla noiosa prova per passar da intelligenti e con qualche studente di belle speranze che fa un po' di claque incosciente. Quest'anno aperse indegnamente la serie delle letture Giovanni Pascoli, una delle ultime vittime di Dante, ora che ha quasi abbandonata la dolce e bella poesia di un tempo per opprimerci coi tre volumi delle sue faticose esercitazioni esegetiche. Dopo quel suo tradimento da glossatore teologo, perfino gli altri (è tutto dire) son parsi migliori.
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